Le due anime del pittore Leonardo Viola

Le due anime del pittore Leonardo Viola

La visione romantica che l’artista ha dell’arte e della bellezza riflette nei suoi quadri. Abbiamo percorso insieme le tappe della sua vita, lasciandoci trasportare nel suo mondo.

Leonardo Viola

Leonardo Viola nasce in Puglia, a San Giovanni Rotondo, ma molto presto è costretto a fare le valigie e partire prima per Urbino, dove si laureerà in Sociologia, e poi per la Lombardia dove, invece, frequenterà la Scuola Artefici dell’Accademia Belle Arti di Brera.

Sarà proprio questa l’occasione per coltivare sempre più l’amore verso l’arte. Dallo studio della figura passerà presto al vero protagonista delle sue opere e custode dei suoi sentimenti più intimi: il paesaggio.

Lo abbiamo incontrato in occasione della sua mostra svoltasi, dal 20 al 30 maggio 2022, presso la Galleria Maccagnani in Lecce.

Da giovanissimo emigri in Lombardia, ora il ritorno nella terra d’origine. Come mai?

 “Sulla pubblicazione di un testo d’arte ho scritto come epigrafe “Tutto nasce in Puglia”, perché nasco a S. Giovanni Rotondo, nel Gargano. Questo territorio, a tratti aspro e altri crudo, l’ho riportato nei cieli un po’ burrascosi presenti nei miei quadri. Sono volato al nord per migliorare la qualità della vita, ma non è stato sempre facile. Ciò ha suscitato in me la voglia di portare a termine il percorso che avevo intrapreso. All’inizio, per dipingere usavo come base le cassette della frutta. Andavo a prenderle dal fruttivendolo, toglievo i chiodi e coprivo i buchi con gli stuzzicadenti e la colla. In seguito appianavo la superficie”.

Leonardo Viola

Osservando i tuoi quadri si rimane colpiti dalla sensazione di profondità, di sentimenti intensi. Da artista preferisci spiegarli allo spettatore o lasci all’interpretazione personale?

“Non sempre mi avvicino allo spettatore, ma se mi viene richiesta una spiegazione la fornisco volentieri. Non sono geloso dell’opera. Per me è come un disco: una volta prodotto e distribuito, appartiene agli ascoltatori e non più a me stesso. Così come non sono dispiaciuto se la vendo, perché la reputo una lettura interna di estrema emotività, che poi rifletto sulle superfici, quali ltela, compensato, cartone o semplici fogli di carta”.

Che differenza c’è tra i quadri dipinti in Puglia e quelli realizzati in Lombardia?

“ Negli ultimi quadri dipinti in Puglia, ho notato che i colori sono cambiati. E’ l’ambiente che ti circonda ad influenzarti. Dentro di me vivono due realtà, quella lombarda e quella leccese. Il nord rappresenta la terra promessa, la realizzazione lavorativa e materiale; il sud, invece, è la parte spirituale che è dentro di me e che nessuno potrà mai togliere. Alcune volte questi sentimenti li traduco in arte, dipingendo soggetti prettamente pugliesi con i colori tipici del nord”.

Leonardo Viola

Quali sono le tecniche che prediligi?

“Ho iniziato la mia carriera utilizzando l’olio, poi per una serie di circostanze l’ho abbandonato per passare all’acrilico. Ho mantenuto però la tecnica usata per stendere l’olio su tela. E’ come se accompagnassi il colore, e questo movimento caratterizza la mia pittura. Nei miei quadri prevalgono i colori freddi, ma attraverso tale movimento e con la divisione dei piani in maniera anomala, riesco a rendere piacevole questa freddezza e a far sì che non risultino piatti. Il primo piano è quasi inesistente; il secondo si intravede appena; il terzo, che raffigura il cielo e l’infinito, sovrasta il tutto. Pur prediligendo la pittura dei paesaggi, la mia arte non si esaurisce con esso. Infatti, ho sperimentato altre tecniche, quali la lavorazione del legno o quella della ceramica. Ultimamente sto dipingendo su grandi superfici. E’ una forma di liberazione dei colori. Dove c’è una grande superficie, c’è estensione di pensiero, di sentimento ed uno stato d’animo più sereno e tranquillo”.

Pensi che oggi ci sia interesse nei confronti dell’arte?

“ In questo momento noto dell’indifferenza. La tecnologia sta superando la manualità. Adesso esistono anche degli strumenti elettronici per dipingere, ma a me non piacciono. Preferisco sentire il rumore del pennello sulla tela e giocare con i colori mentre dipingo. I miei quadri sono creati sul momento e il paesaggio rappresenta lo spirito dell’uomo.  Tutto questo non può essere una riproduzione fotografica. Sarebbe bello che le istituzioni oltre ad aiutare materialmente, incoraggiassero le persone a frequentare maggiormente i centri dove è rappresentata l’arte”.

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