“Obscured existence”a Palazzo Pitti la prima personale in Italia del pittore Wang Guangyi

“Obscured existence”a Palazzo Pitti la prima personale in Italia del pittore Wang Guangyi

Dal 06 settembre al 10 dicembre, il lato oscuro del quotidiano a Palazzo Pitti a Firenze. Saranno 28 i lavori del celebre artista cinese, alcuni mai esposti in occidente.

Wang Guangyi
Wang-Guangy_Ritual-No.3-2015-180x140cm-arylic-on-canvas-scaled

L’esposizione, composta da 28 dipinti di Wang Guangyi, è un percorso a tappe attraverso quattro distinti cicli, che indagano cosa sta davvero dietro la ritualità dei gesti di tutti i giorni e l’uso degli oggetti più comuni. Allo stesso tempo, le opere esplorano anche il modo in cui la cultura d’origine di ciascuno influenza la percezione di un’opera d’arte.  Cosa si nasconde nella rassicurante familiarità degli ambienti domestici, nelle ombre degli spazi legati all’intimità della vita quotidiana? La ripetitività delle azioni quotidiane può essere interpretata come un rito quasi religioso? Queste e altre inquietanti domande vengono poste dalla mostra Obscured Existence 

La mostra

Il viaggio si apre con Daily Life, dipinti incentrati sull’intimità dei piccoli gesti abituali di ogni giorno. In questa prima serie, Wang Guangyi si ritrae in momenti della vita privata, solo, inerme di fronte alla propria corporeità; la ripetitività dell’ordinario assume quasi la valenza di un rituale, mentre l’incedere meccanico dell’abitudine si carica di un’aura sacra. In questi attimi noncuranti l’uomo è capace di riconnettersi con se stesso: protette da quelle che l’artista definisce “strutture di potere”, le azioni individuali che si svolgono in uno spazio privato sono fessure sulla “nuda vita”, la parte di ognuno ancora immune dalle interpretazioni.

Come quando, leggendo un libro, il senso della narrazione si svela man mano che la lettura procede, nella serie Ritual (che compone il secondo ciclo) la fragilità della figura umana lascia il posto alla mobilità inaccessibile dell’oggetto. Esso, spogliato della sua solita connotazione, diventa simbolo di una liturgia segreta e personale, traccia di un significato che supera la cosa, suscitando sensazioni contrastanti.

In Ritual n. 3, per esempio, l’artista protegge un normale water di ceramica bianca tramite un cordone rosso sorretto da due colonnine in ottone, il tipico separatore in uso nei musei o nei luoghi sacri. Dal paradosso scaturiscono due sentimenti opposti: l’inquietudine dovuta  alla consapevolezza che qualsiasi luogo può essere dichiarato inaccessibile, e il sorriso  dovuto al fatto che si salvaguarda un oggetto di indubbia ordinarietà. In questo incontro di sensazioni, secondo l’artista, viene spronato il pensiero e quindi la consapevolezza di esistere.

Wang Guangyi
Wang-Guangy_Ritual-No.2-2015-180x140cm-arylic-on-canvas-scaled

Un’antica tecnica pittorica cinese

Il seme della mostra, però, arriva a piena fioritura solo con la serie  Obscured Existence, che dà il titolo anche al concetto che l’ha generata. Riprendendo un’antica tecnica pittorica cinese, il Wu Lou Hen, Wang Guangyi inonda le sue figure di una fitta sgocciolatura che ne cancella l’aspetto ordinario per rivelarne un’anima oscura, mistica, inafferrabile. Determinato a dimostrare come sistemi sociali differenti portino a una diversa comprensione del mondo, il pittore si immerge nell’iconografia occidentale, descrivendo le forme della tradizione cristiana attraverso un linguaggio a loro estraneo, orientale e personale.

In Enlarged Medusa, ispirato dallo scudo di Caravaggio conservato alle Gallerie degli Uffizi, l’artista sovrappone all’ immagine una particolare griglia a nove quadri, retaggio della tradizione cinese, che riduce la percezione estetica dell’originale e ne sminuisce l’intensità emotiva. Ne consegue che gli osservatori, spiazzati dall’imprigionamento della testa di Medusa, si ritrovano così a dover “scavalcare” visivamente il famosissimo dipinto di Caravaggio, per afferrare invece la verità sepolta nell’opera.

La chiusura

Il percorso si chiude con il ciclo The shadow of memory, che registra quel che resta del nostro passaggio nella memoria di un luogo.

Da segnalare, infine, che l’autoritratto di Wang Guangyi, al termine dell’esposizione, verrà donato alle Gallerie, entrando così a far parte della più vasta e prestigiosa collezione museale di questo tipo di opere al mondo.

Wang Guangyi
Wang-Guangy_Self-portrait 2022-50x70cm-arylic-on-canvas-scaled

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