La Via Appia: un viaggio lungo millenni. Parte 2

La Via Appia: un viaggio lungo millenni. Parte 2

Immaginandoci ora di percorrere l’antica Via Appia, chi avremmo incontrato?

Intanto Appio Claudio in persona che, divenuto cieco durante i lavori, supervisionò fino all’ultimo la realizzazione e volle essere qui sepolto. Nel 70 a.C. avremmo assistito all’atroce spettacolo di seimila uomini crocefissi per punizione. Schiavi che avevano partecipato con Spartaco alla rivolta contro Roma tentando di reagire al loro destino rimanendone invece sopraffatti.

Poi ci saremmo forse imbattuti in un giovane di bell’aspetto e buona famiglia che attraversava l’Appia per andare a trovare i nonni materni. Oppure ci saremmo trovati coinvolti in un sontuoso corteo funebre che accompagnava lo stesso personaggio ormai anziano, morto a Nola, e di ritorno con tutti gli onori del caso a Roma, per essere deposto nel suo Mausoleo: Ottaviano Augusto, primo imperatore romano. Inviato per una ambasceria diplomatica proprio da Ottaviano, avremmo potuto amabilmente discorrere con il poeta Orazio, il quale ci lascia nelle sue “Satire” un vivacissimo e spassoso resoconto del viaggio allietato dalla compagnia degli amici Virgilio e Mecenate.

Ci saremmo forse incuriositi alla vista di un vecchio uomo scortato da alcuni legionari e accompagnato in città; l’uomo sarebbe stato decapitato sotto Nerone di lì a poco: l’apostolo Paolo. Molto tempo più tardi, nel IX sec, ci sarebbe forse scocciato pagare dazio per proseguire il nostro cammino lungo il III miglio; a imporcelo era d’altronde Papa Bonifacio VIII e la sua famiglia Caetani che, avendo trasformato il mausoleo di Cecilia Metella nel proprio borghetto fortificato, aveva pensato bene di ricavarci pure su qualche baiocco.

Via Appia e il Grand Tour

Ed infine se fossimo vissuti nel 700/800 ci saremmo imbattuti nei tanti eleganti ed eruditi viaggiatori che, bramosi di incontrare l’eterna bellezza della capitale, pezzo forte e imprescindibile del loro Grand Tour, si lasciavano affascinare dalla prepotente quiete e malinconia della strada; scrittori, poeti, artisti come Chateaubriand, Goethe e Lord Byron.

Insomma la Via Appia ci avrebbe offerto sempre nuovi stimoli e vedute; modificandosi, evolvendosi, rispondendo alle esigenze e alle trasformazioni della capitale. Anche oggi vale assolutamente la pena ripercorrere le prime miglia di quegli antichi basoli, immaginare le vicende che hanno vissuto e respirarne l’eternità. Qui il tempo non passa e cambia, ma trasfigura e riflette dolcemente la malinconica bellezza di un grandioso passato. Perfino i noti sepolcri lungo la Via non disturbano l’equilibrato convivere di storia e natura…

Ne vedremo alcuni nel prossimo numero dove scopriremo come gli antichi pensassero e si organizzassero per il …viaggio più lungo.

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Link alla pagina Laura Mirabella

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