Il Poké: il piatto esotico che ha invaso tutta l’Europa

Il Poké: il piatto esotico che ha invaso tutta l’Europa

Negli ultimi anni le città europee, soprattutto quelle Italiane, sono state invase dalle “pokerie”, ovvero locali dove si serve il poké. Una pietanza esotica tipica della cucina tradizionale Hawaiana

poké
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Gli ingredienti sono pochi e semplici (riso, pesce, verdura e frutta), insieme, però, creano un’esplosione di gusto. La popolarità di questo piatto si deve allo chef Sam Choy che lo ha reso un vero e proprio trend food, e ne ha favorito l’esplosione sui social.

Inizialmente, il poké era nato come semplice spuntino. Ha origine, infatti, dall’usanza dei pescatori hawaiani di tagliare a cubetti il pesce e consumarlo, senza condimenti, direttamente in barca come pasto di emergenza. In seguito, poi, ha assunto complessità arricchendosi di ingredienti, passaggio dovuto, soprattutto, all’incontro del piatto con le tradizioni culinarie locali.

Nella gastronomia Hawaiana si distinguono 2 principali tipologie di poké: l’Aku, a base di tonno e il He’e poké, a base di polpo. Ma con il tempo e con la diffusione in tutto il mondo si è arricchito di numerose varianti.

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Comporre il poké

Una pietanza all’apparenza molto semplice, ma piena di colore e di gusto con sapori diversi ad ogni boccone. Infatti, non esistono ingredienti fissi per comporla, ognuno può dare sfogo alla propria fantasia e creatività.

Solitamente, si usa riempire circa metà ciotola con il riso, Jasmine o basmati, ma questa non è una regola. Si può, infatti, sostituire il riso bianco con orzo o quinoa, ma è possibile realizzare, anche, alternative prive di cereali; ovvero verdure o insalata. Su questa base, poi, vengono disposti vari ingredienti, ma quello che non manca, quasi, mai è il pesce: salmone e tonno (i più frequenti).

Le opzioni, soprattutto per i vegani e i vegetariani, sono numerose, infatti, si può sostituire il pesce con il tofu, il tempeh o il seitan. Il tutto accompagnato da vari condimenti: avocado, mango, semi, cipolla fritta, carote, alghe. Quello che, però, dà gusto al poké è la salsa, si passa dal semplice condimento di soia a quelli più particolari come salsa teriyaki, quella sriracha o la salsa yogurt. Ognuno può creare il suo poké perfetto, perché le combinazioni alle quali dare vita sono pressoché infinite.

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Il poké conquista l’Italia

La prima pokeria ad aprire in Italia è stata “I love Pokè”, a Milano nel 2017. L’ampio successo nel capoluogo lombardo ha spinto anche altre aziende a tentare questa nuova via. Infatti, l’anno successivo, a Roma apre “Ami Pokè”. Dopo aver conquistato il nord e centro Italia, le pokerie si stanno facendo strada anche nel meridione, più restio ad accettare questa pietanza esotica. Nuove catene, però, sono riuscite ad attecchire a Cagliari, Napoli e Bari. Il successo del piatto si deve principalmente alla sua salubrità, perché oltre ad essere un pasto completo è a basso contenuto di grassi ed è tutto personalizzabile. Infatti, la grande libertà nella composizione del poké permette ai clienti di dare sfogo alla propria creatività. Un ruolo fondamentale per la sua diffusione lo ha assunto anche la pandemia. È un piatto freddo, espresso e componibile che si presta molto per il delivery, e il lockdown ha così favorito il suo consumo. La pietanza ha anche una grande fetta di consumatori tra i giovani.  perché considerato un piatto molto “instagrammabile”, grazie alla grande varietà di colori.

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