World Pasta Day 2021. Cinque curiosità sulla regina della tavola

World Pasta Day 2021. Cinque curiosità sulla regina della tavola

È buona, veloce da preparare e talmente versatile da non averne mai abbastanza. Stiamo parlando della pasta. Dall’evento social ai particolari metodi di preparazione, passando all’odio e alla venerazione, oggi la celebreremo con 5 curiosità che potresti non conoscere.

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Il primo fu istituito nel 1998 da IPO (International Pasta Organization) e da AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane), per onorare un alimento divenuto sempre più patrimonio universale.

World Pasta Day 2021: l’occasione di una campagna social per combattere la fame

Secondo i dati raccolti da Oxfam nel 2020, (anno caratterizzato dalla pandemia mondiale) ben 155 milioni di persone hanno sofferto la fame. Ed è proprio questo dato allarmante che ha fatto sì che la giornata dedicata alla pasta diventasse anche l’occasione per mettere in risalto questa tematica così radicata ed urgente. Infatti, l’International Pasta Organization ha deciso di organizzare una gara di solidarietà insieme a Unione Italiana Food, invitando i pastai di tutto il mondo a preparare piatti per le Caritas di Milano, Roma, Napoli e Palermo. L’iniziativa del 2021 si chiama “Al Dente” e chiunque può parteciparvi entro il 25 ottobre, preparando un piatto di pasta e pubblicando la foto sui social con l’hashtag #haveagoodpasta. Ogni scatto pubblicato sarà un piatto in più donato ai bisognosi.

La pasta: un primo salato sin dall’antichità … o forse no

Alcuni testi storici narrano di banchetti organizzati da persone benestanti campane che verso la fine del XV secolo, gustavano piatti di maccheroni napoletani. Si trattava di una tipologia di pasta reale fritta con miele e zucchero, o cotta nel latte con burro e cannella.

Impastare con i piedi

Immaginare di preparare la pasta fatta in casa, riporta alla mente l’immagine delle mani che impastano. Ciò non succedeva a Napoli tra la fine del 700 e i primi dell’800. Infatti, in quegli anni, gli addetti alla produzione della pasta, convinti di ottenere un impasto di elevata qualità, lo lavoravano camminandoci sopra. Per volere di Ferdinando II di Borbone e per motivi igienici, questa pratica fu sospesa nel 1833.

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World pasta day 2021. La pasta, quella buona.

Riconoscere una pasta di qualità non è facile, ma se ci troviamo davanti ad una confezione trasparente, attraverso 3 parametri possiamo capire se è il caso di acquistarla oppure no. Valuteremo la porosità. Se l’aspetto è ruvido, significa che è trafilata al bronzo e dunque idonea a trattenere il condimento. Anche il colore ha la sua importanza, infatti, una pasta raffinata deve avere un colore giallo ambrato omogeneo; se integrale sarà marrone. Un colore chiaro con dei puntini più scuri potrebbe significare che si tratta di una pasta raffinata con l’aggiunta di crusca o cruschello, e quindi non veramente integrale. Terminiamo con la quantità di proteine che devono essere riportate sulla confezione. Se sull’etichetta troviamo indicato 13,5% si tratta di un’ottima semola.

Odio e Venerazione

Sembra impossibile ma anche qui ci sono le estremizzazioni. Alcuni personaggi storici pensavano potesse causare malattie mentali. Arthur Schopenhauer la definì “l’alimentazione dei rassegnati” e Filippo Marinetti nel Manifesto della Cucina Futurista, auspicò una vera e propria crociata contro gli spaghetti.

C’è chi, invece, ha deciso di fondare sulla pasta una religione parodistica. Il Pastafarianesimo, è stato fondato da Bobby Henderson come segno di protesta contro la decisione del consiglio per l’istruzione del Kansas di sostituire, nei corsi di scienze, le teorie dell’evoluzionismo con quelle del creazionismo. Secondi gli adepti di tale culto l’Universo intero sarebbe stato creato dal Prodigioso Spaghetto Volante, un mostro dai lunghi tentacoli di spaghetti e dai grandi occhi, fatti di polpette di carne.

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