Roma e il quartiere Coppede’. All’improvviso arte, architettura e design

Roma e il quartiere Coppede’. All’improvviso arte, architettura e design

Coppedè. Nel cuore della Capitale una zona senza tempo. È sotto gli occhi di tutti ma ben nascosto. Entrandoci ci si lascia alle spalle lo strombazzare dei clacson e il rumore delle auto. Visitarlo è fare un’esperienza.

Se in una soleggiata giornata di inizio primavera avete voglia di evadere dalla solita routine e andare alla scoperta di meraviglie poco conosciute e frequentate, allora una bella passeggiata nel Quartiere Coppedè è quello che fa per voi. L’area in realtà non è un vero e proprio quartiere, ma viene chiamato così perché prese il nome dall’architetto, che nei primi anni del ‘900, lo progettò: Gino Coppedè. È un complesso di edifici situato nel quartiere Trieste e si sviluppa esattamente nell’isolato delimitato da via Tagliamento, via Arno, via Ombrone, via Serchio e via Clitunno.

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L’ingresso

Entrando dal lato di via Tagliamento troviamo ad accoglierci un grande arco decorato con numerosi elementi architettonici disposti in ordine casuale, e che ha la funzione di congiungere due palazzi. Colpisce subito per la sua estetica e fa capire subito cosa ci aspetta. Al di sotto dell’arco c’è un enorme e meraviglioso lampadario in ferro battuto e due balconcini incastonati l’uno di fronte all’altro. La sensazione non è di stare in strada ma in un grande salone. Alla sua destra un’edicola con una Madonna con Bambino che sembra osservare l’arco.

La fontana e il bagno dei Beatles

Oltrepassato l’arco facciamo pochi passi e giungiamo in Piazza Mincio. Al centro è situata la Fontana delle Rane. Realizzata nel 1924 in stile barocco, è composta da una vasca centrale, con quattro coppie di figure che sorreggono quattro grandi conchiglie sulle quali sono posizionate delle rane che emettono zampilli d’acqua. Al centro della fontana si erge una seconda vasca, alta circa due metri, il cui bordo è circondato da altre otto rane. Ruotando lo sguardo a 360° ci accorgiamo di essere attorniati da fastosi villini e stupendi palazzi finemente decorati. Uno dei momenti di notorietà mondana legato alla fontana fu quando i Beatles si esibirono nello storico locale Piper, adiacente al quartiere. Alla fine del loro spettacolo la band decise infatti di farsi proprio il bagno in questa fontana.

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I Villini delle Fate

Sono siti in via Aterno, piazza Mincio e via Brenta. È un gruppo di villini adiacenti costruiti su tre piani. Attirano l’attenzione per la ricca presenza di archi, loggiati e finestre con numerose colonne che spesso formano trifore e quadrifore. Sugli archi molto spesso troviamo motivi geometrici mentre le facciate esterne, finemente realizzate, sono spesso affrescate e rappresentano un omaggio alle città più belle d’ Italia: Firenze, Venezia, e Roma. Precisamente: Firenze è omaggiata con i ritratti di Petrarca e Dante oltre che dalla scritta << FIORENZA BELLA>>; Venezia è raffigurata dal leone alato di San Marco e dall’ aquila di San Giovanni; infine per Roma non potevano mancare la lupa con Romolo e Remo.

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I Palazzi

Gino Coppedè amava fondere diversi stili, passando dal medioevo, al barocco e al liberty. In tutti gli immobili progettati ha sempre mantenuto una visione moderna degli ambienti. Ha suddiviso la zona giorno dalla zona notte e curato nel dettaglio le decorazioni delle varie stanze. Troviamo, infatti, mosaici nei bagni, soffitti a cassettoni, caldaie in rame e altri elementi particolari di design.

Tra i palazzi più famosi possiamo annoverare i Palazzi degli Imperatori e il Palazzo del Ragno. I primi sono situati in via Tagliamento, via Brenta, piazza Mincio, via Dora e via Tanaro. La loro caratteristica è la presenza di torrette. Sulla torretta d’angolo di via Tagliamento c’è la scritta << Anno Domini MCMXXI >>, data della probabile costruzione. All’interno dell’arco, tra la pittura della Vittoria alata e i mosaici delle aquile, vi è la dedica a Coppedè. Al terzo piano è rappresentata una coppa che rimanda al Santo Graal.

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In piazza Mincio 4 troviamo il Palazzo del Ragno. Costruito tra il 1916 e il 1926, il suo nome prende spunto dalla decorazione presente sopra il portone d’ingresso. È composto da quattro piani ed una torretta. L’ingresso del palazzo è decorato con diversi temi. Al balconcino presente al terzo piano vi è dipinto un cavallo sormontato da un’incudine tra due grifoni e dalla scritta << Labor>>.

Vista la sua particolarità, Coppedè ha attirato l’attenzione anche di diversi registi. Citiamo alcune delle pellicole girate in quei luoghi:

  • L’uccello dalle piume di cristallo e Inferno di Dario Argento
  • Il Presagio di Richard Donner
  • La ragazza che sapeva troppo di Mario Bava
  • Il profumo della signora in nero di Francesco Barilli

Anche gli amanti del mistero non possono rimanere indifferenti al quartiere: immagini strane e curiose, simboli esoterici e massonici rendono ancora più interessante visitarlo.

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