Sempre più persone, per problemi alimentari o scelte etiche si avvicinano alla cucina vegetariana e vegana. Ecco il primo articolo della pastry chef Olivia Papili aka Healing Cakes.
Il nome Healing Cakes, blogger e vegan pastry chef specializzata in dolci a ridotto contenuto di zuccheri, trae ispirazione dal desiderio di realizzare dolci che facciano stare bene. Rispettando l’ambiente e gli esseri viventi. L’immagine che rappresenta più da vicino il suo mondo è quella dell’hanami (letteralmente “guardare i fiori”). Ogni anno in primavera i giapponesi festeggiano la bellezza effimera del sakura, il fiore di ciliegio, uno dei simboli del Giappone. Si ritrovano sotto gli alberi fioriti, un’occasione per godersi il piacere di una pioggia di petali mossi dal vento insieme alla gioia del cibo e della compagnia.
La storia di Healing Cakes
Nata da un background creativo e teatrale, l’idea di lanciarsi nel terreno allora inesplorato della pasticceria senza prodotti di origine animale nasce nel 2017 a seguito di un percorso di studi professionali. Subito dopo arriva una diagnosi di disturbo del metabolismo del glucosio che farà evolvere la sua specializzazione. Gli zuccheri aggiunti sono nascosti in qualsiasi cosa compriamo. Solitamente i sintomi di problemi metabolici (stanchezza cronica, malessere intestinale, mal di testa, aumento o perdita di peso) si trascurano fino a che non si sviluppa insulino-resistenza o diabete.
Zucchero, dipendenza, yin e yang
Lo zucchero è una sostanza che crea dipendenza e che provoca effetti dannosi sulla salute. In Sugar blues di William Dufty ci sono tanti suggerimenti su come ridurne il consumo e ripulire il nostro senso del gusto ormai alterato. Dal più semplice, come organizzarsi con un thermos di tè verde di buona qualità in foglie che può essere infuso più volte per evitare il caffè zuccherato dei distributori, al più difficile come eliminare la carne. L’energia yang della carne infatti richiede una compensazione di yin contenuto nel dolce. Il desiderio, dunque, di mangiare cibi zuccherati dopo un pasto a base di proteine animali è più forte.
Non c’è dunque un solo motivo per scegliere un’alimentazione vegetale: non essere complici della crudeltà dello sfruttamento degli animali ma anche non provocare danni alla propria salute e a quella dell’ambiente. Un litro di latte potrebbe sembrare più a buon mercato di una bevanda a base vegetale ma quello che non paghiamo subito lo scontiamo con gli interessi sulla nostra salute e su quella del pianeta in cui viviamo. Chiunque sia minimamente preoccupato della propria sopravvivenza non può esimersi dal preoccuparsi della salvaguardia del paese in cui vive.
Cibo, gas serra, energie rinnovabili
Un rapporto delle Nazioni Unite del 2019 sostiene che la transizione verso le energie rinnovabili non sarebbe sufficiente alla riduzione dei gas serra responsabili del cambiamento climatico, quello che ha un peso altrettanto importante è il cibo. Un cambiamento totale verso il vegetale è fondamentale per salvare l’umanità dalla fame, dalla scarsità di energia e dal surriscaldamento globale. La sfida è prima di tutto individuale. È un cambiamento dal basso, come lo descrive Franco Berrino nel suo libro “La Grande Via”.
Il miglior modo è l’azione concreta per rendere l’esperienza del cibo non motivo di separazione ma di condivisione, superando i pregiudizi che avvolgono il mondo del vegano. Non si tratta di sostituire o replicare qualcosa di conosciuto. Un dolce senza latte e senza uova, con ingredienti non raffinati e naturali, con un più basso contenuto di zuccheri, non significa senza piacere estetico o senza gusto. È un’esplosione di nuovi sapori. Nei prossimi articoli conosceremo meglio questo mondo e alcuni dei suoi protagonisti in Italia e in Europa.
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