Fave e Pecorino. Simbolo del Primo maggio romano

Fave e Pecorino. Simbolo del Primo maggio romano

Un abbinamento gustoso e facile da preparare al quale i romani non rinunciano nel giorno della festa dei lavoratori. Scopriamo quali credenze si celano dietro questo binomio.

Seduti intorno ad una tavola imbandita o su un prato verde, il Primo Maggio, da sempre riunisce amici e parenti, che in un clima di allegria festeggiano l’arrivo della bella stagione e il meritato riposo. A fare da collante, soprattutto nel Lazio e a Roma, c’è la famigerata accoppiata: Fave e Pecorino, solitamente accompagnata da un bicchiere di buon vino.

Storie e le leggende

Ad introdurre questa ricetta furono gli antichi romani, che per celebrare la bella stagione preparavano un pranzo ricco, saporito e poco impegnativo. Ma questo piatto non ebbe sempre vita facile, soprattutto le fave, che già nell’antica Grecia e nella Roma imperiale, avevano una connotazione negativa.

Tante le storie legate a questo legume. Scorrendo le pagine della Bibbia e dei testi classici si scopre che la fava, fosse presente nelle terre del Mediterraneo, a partire dal Neolitico. Sin da allora è stata protagonista di superstizioni e misticismi.

Dal mito greco in cui si narra che Cerere avesse donato ad una città dell’Arcadia semi di varie leguminose ma non della fava in quanto impura, a Platone che asseriva che provocassero un gonfiore tale da turbare la tranquillità spirituale.

Pitagora, invece, la associò al mondo dei morti, ritendendo che il baccello fosse la porta dell’Ade e che all’interno dei semi si celassero le anime dei morti. Da qui, nasce l’usanza di consumare le “fave dei morti” il 2 novembre.

 In epoca Romana, anche autori celebri come Plinio, disquisirono sulla scarsa digeribilità delle fave, accusandole di provocare sonni agitati associati a incubi, presagi o comunicazioni con le divinità. Non tennero presente però che la causa di tutto ciò potesse essere il fatto di consumarla con tutto il baccello.

Poco dopo, una nuova simbologia le fu associata. Questa volta di spessore erotico ed afrodisiaco. Nei baccelli aperti riscontravano l’organo riproduttivo femminile e nei semi i testicoli maschili. Da qui le fave iniziarono ad essere usate per omaggiare la dea Flora, protettrice della natura in germoglio e della rinascita.

fave

Il pecorino

Vita più facile e in discesa per il pecorino. Apprezzato dai Latini per la sua capacità di conservazione dovuta all’alto contenuto di sale, insieme all’elevato apporto nutritivo e alla digeribilità, divenne presto l’alimento prediletto da parte dei legionari prima di una battaglia. Molti autori romani come Varrone, Plinio il Vecchio, Ippocrate e Columella già parlavano delle tecniche di caseificazione e sembra, che l’antichità delle sue origini ad oggi, sia cambiato ben poco.

pecorino

Dunque, mangiare fave e pecorino il primo maggio è salutare non solo per lo spirito ma anche per il fisico. Diversi studi scientifici dimostrano che le fave sono ottime come fonte di ferro, vitamine, acido folico e proteine. Inoltre, aiutano a ridurre il colesterolo, perdere peso e ad illuminare la pelle. Il pecorino, invece, ha dalla sua parte il fatto di essere saporito, altamente digeribile, e ricco di calcio, vitamine E, D, A, proteine e magnesio. Tutto ciò aiuta a prevenire malattie e a migliorare l’attività cardiaca.

fave e pecorino

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