Edmondo Gintili e l’arte di far rumore

Edmondo Gintili e l’arte di far rumore

Il Rumorista Edy, cresciuto nelle sale di registrazione, ha lavorato con i più importanti registi italiani e non: Fellini, Scola, Tornatore, Zeffirelli, Bava, Mikhalkov, Kinski… Conosciamo attraverso le sue parole un antico e affascinante mestiere.

Edmondo Gintili

Chi è il rumorista?

“Il rumorista realizza la “Colonna Internazionale Effetti Sonori” per Film, Cortometraggi, prodotti televisivi. Ti faccio un esempio: se giri una scena in cucina, e il ronzio del frigorifero dà fastidio, la scena dovrà essere ridoppiata. Ridoppiandola mancheranno i passi degli attori, i movimenti delle posate, il versamento dell’acqua. Quindi il rumorista ricrea la “Colonna Effetti Sonori” come l’originale. Come? Usando le stesse scarpe, la stessa bottiglia, lo stesso oggetto, perché quando ci sarà la scena non doppiata, il rumore dei passi dovrà essere uguale a quello di Presa Diretta, non si dovrà sentire la differenza tra il doppiato e quest’ultima. Se l’attrice usa un tacco a spillo, si userà lo stesso tipo di scarpa per ricreare quel suono.

La Colonna Effetti si chiama Internazionale perché il film venduto all’estero viene interamente doppiato, perdendo oltre al dialogo italiano anche tutti i suoni incisi in Presa Diretta. Dunque, si avrà bisogno della realizzazione di tutta la colonna sonora”. 

Dall’analogico al digitale come è cambiato il lavoro

“In moviola potevo sentire al massimo tre effetti uno sopra l’altro. La moviola aveva otto piatti: su due camminava la scena e su altri sei piatti invece camminavano tre colonne effetti. Era possibile sentire il montaggio del rumore della macchina, ma non la chiusura dello sportello che avveniva nello stesso momento o l’ambiente, perché al massimo si poteva ascoltare tre piste per volta. Adesso con il digitale posso sentire quante piste voglio: ambiente, effetti, passi e preparare già i volumi; mentre una volta non era possibile ascoltare tutto il lavoro completo.

Il rovescio della medaglia del digitale è che si può improvvisare. Qualsiasi ragazzo può scaricare un programmino su un pc portatile e avere accesso ad una serie di effetti americani, e fa il film”.

Edmondo Gintili

Si è perso un po’ l’artigianato

“Si è persa la professionalità. In alcune serie importanti mi è capitato di sentire il tiro di una pietra su una finestra e capire che si trattava della rottura di una bottiglia di vetro. Invece, in alcune serie televisive famose, ambientate negli anni 70-80, veniva utilizzata la motocicletta con il motore a 16 valvole, quando a quei tempi non esisteva; o ancora film girati in Italia ho riconosciuto macchine con i clacson americani. Ci sono poche persone che fanno caso a queste differenze. Faccio questo mestiere da più di 40 anni, ed ho tantissimo repertorio d’epoca e attuale, tutto inciso da me.

Nel Film “La Famiglia” di Ettore Scola, ambientato in un arco temporale dal 1907 al 1987, ho ricreato diversi passaggi ambientali: dalle macchine a vapore dei primi del Novecento, fino ad arrivare al tram degli anni 80 con la campanellina”.

Lo consiglieresti ad un ragazzo che vuole imparare il mestiere del rumorista?

“Io non ho mai avuto la sensazione di andare a lavorare, mi sono sempre divertito, ho iniziato da ragazzino. Se mi chiedi: quanti giorni hai lavorato? Ti rispondo: mai. Se ti diverti non è un lavoro. Se sto due o tre giorni senza lavorare, prendo il registratore e vado in giro ad incidere i rumori. Ad esempio, l’altro giorno sono andato al lago, e anziché stare sul lettino a prendere il sole, sono andato ad incidere l’ambiente del brusio al bar e lo sciabordio delle onde. Mi diverte sia incidere i rumori, sia montare gli effetti. Se tornassi indietro, lo rifarei un’altra volta, anche se con il digitale si è persa la professionalità e la creatività che ne consegue”.

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