Come le mani trasformano la cera in arte. I pezzi unici di Elvira De Vico

Come le mani trasformano la cera in arte. I pezzi unici di Elvira De Vico

Elvira De Vico. Una vita dedicata all’arte nelle sue accezioni più disparate. Dopo il liceo artistico, insegna con fervore per anni. Poi arrivano gli anni ottanta, tante illustrazioni, diverse collaborazioni come fotografa in spettacoli teatrali

Una fase della lavorazione

Il percorso artistico di Elvira De Vico ha visto, nel tempo, aprirsi numerose porte. Tutte indistintamente basate sulla creatività. Arriva ai giorni d’oggi attraverso molteplici esperienze: insegnamento, illustratrice, fotografa (in questo periodo lavorerà ad un progetto nato proprio dalla fotografia di uno spettacolo teatrale su Frida Kahlo realizzando gioielli ispirati all’artista ed utilizzando le sue immagini come fosse una modella), fino a dedicarsi completamente alle attuali realizzazioni. Sei mesi trascorsi in sud America e poi un corso di cera persa diventa la chiave che mette in moto tutto.

I gioielli di Elvira De Vico vengono realizzati con la tecnica della cera persa. Dall’iniziale idea su carta viene realizzato una sorta di stampo che prenderà vita in fonderia. Il modello grezzo ottenuto in bronzo o argento torna ad essere lavorato dall’artista che a mano, con frese e lime, porterà alla luce il gioiello finale.

Anello in bronzo con agata verde – Bracciale in argento e lapislazzuli – Bracciale in bronzo con perla di fiume

Perché hai scelto questo tipo di lavorazione?

“Sono affascinata dalla capacità di lavorazione della cera e le molteplici possibilità che offre. Inoltre, questa è una delle più importanti lavorazioni orafe. I gioielli sono unici. La lavorazione in cera persa offre anche la possibilità di replicare un gioiello, cioè come si dice fare una gomma, ma la mia scelta è di lasciare l’unicità del pezzo. Quindi una volta realizzato, se ne devo fare un altro, devo realizzarlo tutto dall’inizio. In questo modo al massimo sarà simile ma mai identico”.

Le pietre che utilizzi sono lavorate?

“Realizzo i miei pezzi mantenendo la naturalità della forma delle pietre che utilizzo. Intorno a loro costruisco i miei gioielli. Non le modifico, in questo modo sono uniche anche loro. La manualità e l’artigianalità sono assolutamente preservate”.

Collana con perle di fiume, lapislazzuli, pirite con inserto in bronzo

Quali sono i materiali che usi?

“Prevalentemente bronzo e argento. Ho realizzato, in passato, anche due linee di gioielli con le resine e la foglia d’oro. Seguo un mio percorso in questo momento, ma mi piace comunque sperimentare. Durante il lockdown non potendo utilizzare la fonderia ho realizzato pezzi in cordino, la linea si chiama proprio “I gioielli del lockdown”. Traggo spesso ispirazione dalla grande passione che ho per il mare, a cui mi sento molto legata, e per il barocco romano”.

Dati i tuoi anni di esperienza come vedi trasformato lo stato dell’arte di oggi?

“Ci sono stati anni in cui si parlava molto di arte. Pittura, scultura, le realizzazioni per quel momento innovative venivano comunque prese in considerazione. Le persone tendevano ad interessarsi, partecipavano a mostre e acquistavano di più alimentando un settore indispensabile per la società, quello creativo. Oggi la situazione si è trasformata radicalmente. Alcune tendenze hanno portato ad un degrado culturale e ad un disinteresse verso il mondo dell’arte”.

In questo contesto l’artista si deve trasformare?

“Oggi il ruolo della comunicazione è diventato fondamentale. Gli artisti hanno una nuova competenza da sviluppare che è quella della comunicazione. Realizzare oggetti d’arte non è più la sola cosa da fare. Bisogna anche saper trasmettere in modo adeguato il proprio messaggio, con i linguaggi di oggi”.

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Ciondolo in bronzo con agata verde, pietra di luna e perla di fiume
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