“Brunello di Montalcino” e “Rosso di Montalcino”. Le differenze

“Brunello di Montalcino” e “Rosso di Montalcino”. Le differenze

Il “Brunello di Montalcino” è uno dei vini più conosciuti e apprezzati al mondo. Il “Rosso di Montalcino”, pur essendo il fratello più piccolo, è comunque un gioiello enologico. Approfondiamo la loro conoscenza e scopriamo le analogie e le differenze tra i due vini.

“Brunello di Montalcino” e “Rosso di Montalcino”

Montalcino, comune toscano, situato in provincia di Siena è una zona prevalentemente collinare. La sua peculiarità non deriva solo dalla secolare vocazione per la produzione di vini rossi di qualità, ma anche dall’essere un caso unico e raro nel panorama enologico italiano.

Infatti, in questa zona, è possibile produrre due vini appartenenti a due distinte denominazioni pur provenendo da un vitigno coltivato nella stessa zona e addirittura nello stesso vigneto. Stiamo parlando del “Brunello di Montalcino D.O.C.G”. e del “Rosso di Montalcino D.O.C.”

Il vitigno di riferimento, da utilizzare in purezza, è il Sangiovese, denominato brunello proprio per il colore rosso e piuttosto scuro delle sue uve.

“Brunello” e “Rosso”: le differenze

La denominazione di appartenenza è la differenza più evidente. Il primo è una D.O.C.G., il secondo è una D.O.C. Le norme del disciplinare di produzione del “Brunello”, sono più rigide e prevedono tra le tante, un periodo di affinamento in legno di almeno due anni in botti di rovere, e  in bottiglia di almeno quattro mesi. Per il “ Rosso” invece, non è previsto alcun periodo di affinamento.

Un’altra importante differenza riguarda il periodo d’immissione al consumo. Per consumare il “Brunello” si dovrà aspettare che passino i cinque anni successivi alla vendemmia, sei per il “Riserva”. L’attesa si riduce per il “Rosso”, il quale non può essere immesso sul mercato “prima del 1° settembre dell’anno successivo a quello di produzione”.

Sono questi i motivi sostanziali che rendono il “Rosso di Montalcino” un vino giovane, vivace, fresco e dagli aromi fruttati. Versatile e di facile abbinamento, il profumo intenso e il sapore asciutto, caldo e gradevolmente tannico si accompagna a primi piatti con salse strutturate; ma anche a salumi, formaggi e carni non troppo elaborate. L’ideale sarebbe servirlo in calici a forma ampia e a una temperatura ambiente di 16 -18 ° C.

Il “ Brunello di Montalcino” invece è più austero e corposo. Ha un profumo intenso, persistente ed ampio. Molto apprezzato per i sentori di amarene e frutti di bosco con note di spezie e vaniglie, dovute all’affinamento in botti di legno, è considerato insieme a Barolo, il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità oltre a rappresentare degnamente i vini italiani nel mondo. Da provare con la selvaggina da pelo.

Infine, citiamo altre due differenze, che pur non essendo principali, impattano in ogni caso sulla loro caratterizzazione: la quantità di uva ammessa per la produzione dei vini, che è di 8 tonnellate per ettaro per il “Brunello” e 9 per il “Rosso”; e la resa massima dell’uva in vino finito il cui limite massimo per il “Brunello” è 68%, mentre per il “Rosso” è 70%.

“Brunello di Montalcino” e “Rosso di Montalcino”

Che piaccia giovane e fresco o austero e robusto, il prossimo bicchiere di vino sicuramente lo berremo con maggiore consapevolezza.

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