Abbazia di San Nilo a Grottaferrata: rito Bizantino – Greco, arte e storia

Abbazia di San Nilo a Grottaferrata: rito Bizantino – Greco, arte e storia

Sulle pendici dei Colli Albani, vicino Roma e a 330 metri d’altezza, c’è ad accoglierci, in tutta la sua bellezza Grottaferrata

Abbazia di San Nilo

Le ipotesi formulate sull’origine del suo nome sono diverse. Si parte da quella più accreditata, secondo la quale il suo nome deriva dalla romana ”cripta ferrata”; per passare poi, all’ipotesi del ”criptoportico’‘ dell’antica villa romana su cui sorge l’abbazia; e arrivare infine alla tesi in cui si afferma che il sito fosse sede di stanziamento di un’imprecisata ”Legio Ferrata”. La cittadina di Grottaferrata offre diverse attrattive, non solo storiche. In quest’occasione approfondiremo il luogo che maggiormente la rappresenta: L’Abbazia di San Nilo.

Conosciuta anche con il nome di “Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata” fu fondata nel 1004 da un gruppo di monaci greci provenienti dall’Italia meridionale, guidati da S. Nilo di Rossano. La struttura ospita tuttora una rappresentanza della Congregazione d’Italia dei monaci Basiliani. Attualmente, risulta essere l’ultimo dei numerosi monasteri bizantini che nel medioevo erano presenti sul territorio italiano e il suo tratto peculiare è l’esser sempre stato in comunione con il Vescovo di Roma, pur conservando il rito Bizantino-Greco e la tradizione monastica orientale delle origini.

Abbazia di San Nilo

Nel 1480 il Cardinale Della Rovere decise di realizzare una fortificazione per proteggere l’Abbazia dalle numerose invasioni compiute dagli eserciti imperiali in marcia verso Roma. Fece costruire, inoltre, il palazzo abbaziale dotato di un portico con capitelli rinascimentali per opera del Sangallo. Ad oggi si conserva ancora il portone principale decorato da bassorilievi celebrativi. Sulla facciata della Chiesa troviamo un enorme rosone, finestre in marmo traforato, archetti ciechi in stile gotico e cornici in laterizio. La porta, attraverso la quale si accede all’interno, è detta “speciosa” poiché ricca di decorazioni.

Al suo interno, invece, sono presenti ornamenti in stile barocco ma che in origine erano in stile romanico. Il soffitto è in legno, il pavimento in marmo policromo. Sull’arco trionfale, che divide la navata centrale dal presbiterio, c’è un mosaico del XII secolo che raffigura alcune scene della Pentecoste. La cosiddetta Grotta Ferrata (cryptaferrata) e la Cappella Farnese con affreschi del Domenichino, sono situate presso la navata laterale. Anche Gian Lorenzo Bernini contribuisce a tale bellezza con la sua icona di Maria col Bambino presente all’ingresso dell’abside.

Abbazia di San Nilo

Abbazia di San Nilo. La biblioteca, il laboratorio di restauro e il museo

Il complesso abbaziale non ospita solo i monaci. Al suo interno trovano casa: una ricchissima biblioteca nella quale sono conservati antichi manuali e circa 50.000 volumi di grande valore, il Laboratorio di restauro del libro antico, una scuola d’arte, ed un museo archeologico che conserva una ricca collezione di reperti. All’interno del museo sono presenti materiali raccolti nel corso dei secoli dai monaci basiliani, resti archeologici provenienti dalle ville limitrofe o dalle catacombe, donazioni dei protettori dell’Abbazia. Oltre ad una celebre stele antica, rappresentante un giovane defunto seduto del V – VI secolo, il museo offre anche reperti marmorei, sarcofagi, monete, ceramiche e ritratti. Nella sezione “storico – artistica”, troviamo una delle più rilevanti collezioni di archeologia e storia dell’arte del territorio. Risaltano, infatti, ceramiche islamiche e siciliane, oggetti sacri come l’Omophorion in seta ed oro risalente al ‘300, così come gli affreschi della Chiesa di Santa Maria.

Questo è solo un assaggio di ciò che Grottaferrata può offrire. Per rimanere aggiornati sulle prossime scoperte, mettete mi piace alla nostra pagina e continuate a seguirci.

Abbazia di San Nilo

Photo credit Endeca produzioni

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